Somaia Ramish, figura di spicco della poesia afghana e attivista per i diritti umani e delle donne, è una voce importante nella esistenza all’oppressione talebana.
Esiliata nei Paesi Bassi dopo il ritorno dei Talebani nel 2021, Ramish un’artista la cui opera è intrinsecamente legata alle questioni sociali e politiche del suo paese.
La sua poesia affronta l’impatto dell’estremismo talebano e della guerra sulle fasce più vulnerabili della popolazione: donne, bambini e disabili, denunciando i matrimoni forzati, la povertà estrema e i delitti d’onore subiti dalle donne afghane.
Nel 2014, Ramish ha pubblicato il saggio: “Chiamami con il mio nome”, che esplora la pratica diffusa in Afghanistan di omettere il nome delle donne in pubblico, una privazione identitaria che le riduce a proprietà maschile.
Ramish continua la sua lotta per i diritti umani e la democrazia attraverso “Baamdaad - La Casa della Poesia in Esilio”, che sfida la repressione e la censura, affermando il diritto inalienabile alla libertà di espressione, di pensiero, di creazione.